Investire in azioni è una pratica che ha da sempre attirato gli investitori italiani.
C’è chi predilige quelle italiane, quotate sul FTSE MIB, e chi invece preferisce spaziare nel mondo con azioni quotate negli Stati Uniti. Creare un portafoglio di investimenti in azioni presenta, però, delle insidie e non solo opportunità.
Andiamo ora insieme a cercare di capire come fare tutto ciò, con quali costi e soprattutto con quali rischi.
Dove comprare un titolo azionario?
Giornalmente, sono una trentina le principali Borse Valori a livello mondiale nelle quali avvengono gli scambi e dove è possibile acquistare titoli azionari direttamente.
Ma, negli ultimi sei/sette anni si è parallelamente diffuso un fenomeno, a nostro giudizio “distorsivo” della realtà, che sta sempre più prendendo piede e cioè quello di “sdoppiare” i titoli per permetterne la negoziazione su più piattaforme contemporaneamente, aumentando significativamente i volumi di negoziazione giornalieri.
Vi forniamo un esempio chiarificatore: il titolo Apple Inc. quotato sul mercato NASDAQ statunitense, viene anche scambiato su diverse piattaforme europee, e in Italia sul GEM (Global Equity Market) dal 2016.
Anche solo dieci anni fa tutto ciò era impensabile, ma l’evoluzione della tecnologia lo ha reso possibile. Quindi, se si volesse comprare un determinato titolo azionario, conviene prima fare una ricerca sulle borse dove è quotato.
Quali operazioni bisogna eseguire per comprare le azioni?
Il primo passo per investire in azioni è dotarsi di un Broker o una Banca (intermediari autorizzati) che siano presenti sul territorio nazionale, e che abbiano ricevuto dal nostro Organismo di Vigilanza (CONSOB) l’autorizzazione necessaria per operare sul territorio nazionale con il pubblico indistinto.
Detto questo, occorrerà trasferire la liquidità necessaria per eseguire le operazioni che si hanno in mente. Indicativamente, si sta parlando di sei o sette giorni lavorativi in tutto.
Infine, occorre recarsi di persona in Filiale, nel caso in cui si sia scelto non un broker online, per comunicare alla stessa quale Regime Fiscale si intende adottare per regolare le eventuali plusvalenze realizzate.
I regimi possono essere due:
- Regime amministrato: sarà l’intermediario finanziario ad ottemperare a tutti gli obblighi fiscali per conto del cliente
- Regime dichiarativo: sarà il cliente a dichiarare al fisco eventuali plusvalenze o minusvalenze tramite la dichiarazione dei redditi
Quanto costa investire in azioni in autonomia?
In questo caso, ci si addentra in un bosco fittissimo dal quale è veramente difficile intravedere la luce del sole.
Perché vi scriviamo questo?
Per il semplice fatto che esistono decine e decine di tariffe diverse applicate dai vari intermediari. Si può optare per un costo in misura fissa a prescindere dal valore del transato, oppure per una percentuale del transato.
A volte, si può adottare un sistema intermedio, ossia strutturato con una componente minima fissa ed una variabile data dal sottostante (controvalore) acquistato.
In più, ci sarebbe la conversione della valuta nel caso si comprassero titoli denominati in valuta diversa dalla propria. Se, ad esempio, operate sui mercati americani, bisognerà mettere in conto il costo del tasso di cambio del cross euro/dollaro, maggiorato di un minimo spread (differenziale) che costituisce il guadagno del broker che vi anticipa la valuta estera necessaria.
Non dovete dimenticare i costi dovuti al nostro principale azionista: l’Agenzia delle Entrate che, implacabilmente, interagisce sempre con il nostro lavoro sui mercati.
Se, in ultimo, decidete di detenere i titoli in portafoglio per un certo lasso di tempo, mettete anche in conto il costo bancario del deposito amministrato che non incide poco in un contesto annuale di operatività.
Quanto si rischia a investire in sole azioni?
Come fare a non accennare brevemente ai rischi che una tale attività potrebbe comportare.
E per “rischio” non ci riferiamo solo al fatto di poter vendere ad un prezzo minore di quanto abbiamo acquistato tempo prima, ma soprattutto al fatto che dati i bruschi e repentini cambi di direzione dei singoli strumenti finanziari, e dal notevole flusso di notizie a cui sono sottoposti, in taluni casi si può arrivare a dimezzare (o peggio) il proprio investimento in poche sedute di borsa.
Vale anche, naturalmente, il contrario. Vi forniamo un ulteriore esempio.
Alle dimissioni dell’Amministratore Delegato della Ferrari (dimissioni non forzate, ma dettate da motivazioni di carattere personale), l’azione ha perso immediatamente il 5% del suo valore borsistico, per precipitare ad un – 8% in corso di contrattazioni e chiudere a -3,5% la stessa sessione di scambi.
Dunque, è di vitale importanza rendersi conto delle oscillazioni (volatilità) a cui un ottimo titolo è stato sollecitato alla comparsa di una notizia che, nell’ambito della vita di una azienda, è considerata un avvicendamento normale, senza particolari conseguenze.
I consigli del Team Imparare a Investire
Parlare di “consigli” è molto difficile a parer nostro. Semplicemente perché il gioco, nella maggior parte dei casi, non vale la candela.
Ci spieghiamo meglio: esiste un’ampia sproporzione tra il livello dei rischi corsi e quello del vantaggio economico derivante da una buona operazione. Se portato all’estremo, ossia se questa operatività è giornaliera o plurigiornaliera, le oscillazioni si impenneranno senza alcuna garanzia di ottenere un ritorno in termini economici.
Il consiglio, questo sì che ve lo diamo, è il seguente: lasciate fare ai professionisti della finanza questo tipo di operazioni.
Un Fondo d’Investimento, per esempio, proteggerà in misura decisamente maggiore un risparmiatore rispetto ad un paniere di dieci o più singoli titoli selezionati dal risparmiatore. Questo, per la semplice ragione che la potenza di fuoco di un Gestore di un Fondo non è quella di un privato. Un Fondo può arrivare ad avere al suo interno anche 300 azioni diverse (o più) acquistate magari in momenti diversi, con prezzi di carico inferiori a quelli che un singolo cliente è riuscito a spuntare intervenendo da solo sul mercato. Avere un paracadute efficiente non è un aspetto irrilevante su cui non ragionare.
Per semplicità espositiva, vi ho parlato in particolare delle azioni, ma analogo discorso può essere effettuato per le obbligazioni o per altre tipologie di strumenti finanziari negoziabili. Un ETF a replica passiva o una Gestione Patrimoniale Mobiliare potrebbero essere delle valide alternative, ma di questo parleremo nei nostri prossimi incontri.
Informazioni importanti sulla divulgazione
Le performance passate potrebbero non essere indicative rispetto ai risultati futuri. Diversi tipi di investimenti comportano vari gradi di rischio e non vi è alcuna garanzia che la performance futura di investimenti, strategie di investimento o prodotti specifici raccomandati in questo articolo, siano adatte per il proprio portafoglio o per la propria situazione individuale.
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