Buongiorno a tutti, data la situazione odierna è doveroso da parte nostra fornirvi un quadro il più esaustivo possibile sulla situazione storica attuale che stiamo attraversando e il conseguente crollo delle borse.
Vi spiegheremo:
- cosa sta accadendo
- quali sono i riflessi sui Mercati
- quali sono le conseguenze di medio periodo
- le nostre considerazioni finali.
Iniziamo.
Cosa sta davvero accadendo sui mercati
Questa volta, è necessaria la precisazione, ci troviamo di fronte ad una crisi che non è stata innescata da fattori di natura economica o finanziaria.
Si tratta di una situazione instabile di natura geopolitica ed ora sfociata in un mini conflitto circoscritto per ora alla sola Ucraina, invasa dalle forze di terra e aria dell’armata russa. La prospettiva è quella di un’invasione, facendo ricorso massiccio all’uso della forza, del tutto ingiustificata. Dai tempi del disfacimento del muro di Berlino, nel 1989, non si assisteva ad un’escalation delle tensioni internazionali di questa portata.
Il pensiero dello Zar Putin, anche se non lo vuole ammettere, potrebbe essere principalmente uno: riportare agli antichi fasti dell’U.R.S.S. l’attuale Federazione Russa, uscita notevolmente ridimensionata dall’opera pacifista e democratica del vecchio Premier Gorbaciov, che aveva disegnato una Russia più piccola a livello di dimensioni, ma decisamente più influente ed economicamente sana a livello politico e finanziario.
Da allora, le repubbliche baltiche di Lituania, Lettonia ed Estonia, la Bielorussia, la stessa Ucraina e l’Azerbaijan hanno ottenuto l’indipendenza da Mosca. Non solo dal punto di vista geografico, ma soprattutto da quello politico e militare.
Il passo successivo, per ora solo limitato alle tre repubbliche baltiche, è stato quello di unirsi alla NATO, affrancandosi definitivamente dal fronte sovietico e rientrando a pieno titolo nell’area di influenza occidentale, prima europea e poi americana.
Quest’ultimo passo è stato ritenuto inammissibile da parte di Mosca e da qui la decisione di invadere un paese indipendente con lo scopo di annetterlo nuovamente a sé prima che entrasse nella NATO.

Ripercussioni sui mercati finanziari di tutto il mondo
Naturalmente, un coinvolgimento diretto di Europa o Stati Uniti significherebbe l’entrata in guerra, cosa che nessuno dei contendenti desidera.
I mercati, ostaggi di questa incertezza, non hanno potuto fare altro che reagire nell’unico modo che è loro consentito: quello di scendere.
Le perdite percentuali hanno quasi raggiunto il 20% medio di ribassi da inizio anno e non ci sembra ancora di intravedere la fine del tunnel.
I mercati più sensibili sono stati quelli europei data la maggiore vicinanza. Ma la discesa è diffusa, anche se in misura minore, a tutti e sette i continenti.
Tokyo ha subito un ribasso del 23%. Le due borse americane più importanti di quasi il 20%. Quelle europee dal 20% al 25%. Si tratta di una situazione in continua evoluzione per cui è possibile che nel giro di una settimana dall’uscita di questo articolo la situazione potrebbe risultare diversa, in un senso piuttosto che nell’altro.
Diverso il discorso inerente la Russia.
La borsa moscovita non scambia dal 25 di febbraio ed è chiusa a tempo indeterminato.
Le sanzioni a grappolo, inflitte dai paesi occidentali, stanno piegando l’economia interna e il pressoché totale isolamento politico e finanziario sta avendo ripercussioni devastanti per la già fragile economia russa.
Al contrario, le tensioni sulle materie prime di provenienza russa stanno mettendo a dura prova le economie europee, con in testa l’Italia che ha manifestato su larga scala la sua dipendenza notevole dalle fonti di approvvigionamento sovietiche di gas e petrolio, oltre che di energia.
FTSE MIB
EURO STOXX 50
DAX
BITCOIN
FTSE DI LONDRA
Le conseguenze di medio periodo
Ed eccoci alle conseguenze di questa brutale aggressione.
L’inflazione
L’inflazione ha rialzato la testa in tutte le economie più forti. Si è passati dal livello più basso raggiunto durante il primo dei due lockdown, con un tasso inflattivo congelato a meno dello 0,50%, all’odierno 6/7% registrato in tutti i Paesi europei e negli Stati Uniti.
L’energia
I prezzi degli energetici hanno subito rialzi impressionanti, solo in parte trasferiti sui livelli finali destinati al consumo. L’energia elettrica è più che raddoppiata. Le varie benzine sono cresciute del 50/60%. Il gas liquido ha subito rincari nell’ordine dell’80/90%.
Il mercato alimentare
Si teme che, se tale situazione perdurasse, i prossimi a farne le spese saranno i generi alimentari, il grano, le segale ed il mais in cima a tutti. A seguire, il mercato ittico e quello delle carni bovine e suine, che ricorrono per l’alimentazione, a questi tipi di prodotti.
Il turismo e i trasporti
Il settore del turismo, e quello de trasporti aerei, subiranno sicuramente i contraccolpi del perdurare di uno stato di crisi globale. Parliamo di settori, purtroppo, già duramente colpiti dalla pandemia.
Ulteriori settori colpiti
L’agroalimentare, il lusso e l’industria metalmeccanica pesante dovranno fare i conti con una certa diminuzione del potere di acquisto di salari e stipendi dei loro potenziali clienti. E così il settore della tecnologia e della ricerca e sviluppo saranno destinati a subire importanti battute d’arresto nella loro traiettoria di crescita.
I consumi interni
I più duramente colpiti saranno di sicuro i consumi interni, che diminuiranno notevolmente dato il clima di incertezza che si registra un po’ dovunque. I riflessi sul PIL li andremo ad analizzare dopo la prima rilevazione trimestrale di quest’anno, intorno alla metà di maggio. Ma nulla lascia intravedere qualcosa di buono.
Si era appena intrapresa la strada di fuoriuscita dall’emergenza sanitaria globale e si è innescata una seconda crisi peggiore della prima.
I consigli del Team Imparare a Investire
Dato l’enorme livello di incertezza che regna sui mercati, tentare di fare previsioni risulterebbe del tutto anacronistico e per tale ragione ce ne asteniamo. Vero è, d’altra parte, che se consideriamo il livello dei prezzi raggiunto dai titoli dell’Euro Stoxx 50 si potrebbe incominciare a ragionare sull’apertura di qualche posizione lunga con un’ottica di 24/36 mesi. E non si commetterebbe un grande errore dal punto di vista strategico.
Sappiamo bene infatti che nel lungo periodo (10/15 anni) gli indici tendono a far segnare massimi crescenti, quindi il tempo, lo possiamo serenamente affermare, da questo punto di vista ci è alleato.
In quest’ottica saper scegliere gli strumenti giusti diventerà un’opportunità davvero interessante da cogliere.
Il nostro pensiero comune rimane sempre quello di privilegiare i fondi d’investimento tematici rispetto a quello generalisti che non riescono, tranne in rari casi, ad esprimere tutto il loro reale potenziale di crescita proprio perché conservano al loro interno ogni tipologia di titolo, senza una visione ed un’idea d’investimento precisa.
I classici fondi bilanciati o azionari globali devono lasciare il posto ai multi asset o ai flessibili o, meglio ancora, ai fondi target, la cui ottica di acquisto è spalmata gradualmente su lunghi archi di tempo, in modo regolare e disciplinato.
Per quanto riguarda le obbligazioni, il discorso è molto più ampio, ma con lo spettro di sei/sette rialzi nel giro di dodici mesi da parte di FED e BCE, ci orienteremmo altrove. I titoli High Yield presentano ancora rendimenti positivi, mentre i corporate e gli investment grade viaggiano sotto la parità da anni e ancora non si riesce ad intravedere uno spiraglio di luce.
L’unica fonte di performance la rivestono le asset class azionarie ma, ve lo vogliamo ripetere come consiglio spassionato, ricordatevi sempre che si tratta di materiale altamente esplosivo, per cui, “maneggiate sì, ma con cautela!”.
Informazioni importanti sulla divulgazione
Le performance passate potrebbero non essere indicative rispetto ai risultati futuri. Diversi tipi di investimenti comportano vari gradi di rischio e non vi è alcuna garanzia che la performance futura di investimenti, strategie di investimento o prodotti specifici raccomandati in questo articolo, siano adatte per il proprio portafoglio o per la propria situazione individuale.
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