Molti potrebbero conoscere il termine Inflazione” soltanto per sentito dire o dagli amici, in classe, al lavoro, al bar o al supermercato. Bene. Oggi dissolveremo i vostri dubbi e le vostre perplessità, spiegandovi dettagliatamente di che cosa si tratta.
Ci approcceremo alla materia seguendo questo schema di lavoro:
- Che cosa si intende per inflazione.
- Origine e movimenti.
- Per l’economia si tratta di un bene o di un male?
- Considerazioni finali.
L'inflazione: tutto quello che devi sapere
Che cosa s'intende per inflazione?
Con essa ci riferiamo all’effettiva “diminuzione del potere d’acquisto” in termini reali del nostro denaro. Parliamo di una diminuzione che si riferisce ad un determinato periodo od arco di tempo in uno specifico luogo geografico.
A tal scopo diremo che, in Italia (singolo luogo geografico) nel 2021 (specifico lasso di tempo) il tasso di inflazione è stato circa del 2%.
Ad effettuare le rilevazioni su base mensile in Italia, l’organismo preposto è l’ISTAT (Istituto Nazionale di Statistica) che ha sede a Roma, al numero 16 di Via Cesare Balbo.
A tutti gli effetti, in presenza d’inflazione, si assiste ad un’erosione lenta, ma efficace, del valore del denaro nelle nostre tasche.
Ci spieghiamo con un facile esempio: se fino a ieri con 50 Euro acquistavamo 35 litri di benzina verde con un costo a litro di 1,428€, oggi, con il prezzo a 2.10 Euro a litro, acquisteremo con gli stessi 50 Euro, solo più 23,80 litri di carburante. Abbiamo perso, di fatto ,“per strada” 11,20 litri!
Comprendete bene che, a parità di somme di denaro, i beni acquistabili saranno inferiori rispetto al passato. Tutto questo si traduce in una percezione di quello che gli economisti definiscono “effetto povertà” che colpisce, nel bene o nel male, tutti i cittadini.
L'origine dell'inflazione
Ma che cosa ha scatenato questo folle aumento dei prezzi?
Non è facile dare una risposta statica e definitiva poiché le variabili che sono scese in campo sono tante e di natura diversa, talvolta anche discordanti tra di loro.
La principale di queste è sicuramente l’aumento dei prezzi delle materie prime all’ingrosso. A cascata, questi aumenti si sono riverberati sui prodotti finiti che hanno incamerato tutti i rialzi, senza fare sconti. A loro volta, le materie prime hanno innescato sulle varie filiere di vendita e distributive, i loro effetti negativi, incrementando ulteriormente i prezzi finali. Non è da sottovalutare, in questa perversa rincorsa dei prezzi, la leva fiscale dello Stato.
In che senso?
Se tutti i beni e servizi sono colpiti, direttamente o indirettamente, da mille balzelli verso l’alto aumenterà la base imponibile, con il volano della tassazione che aumenterà in parallelo.
Ecco i rincari alle stelle per i comuni mortali.
Infine, ma non certo per importanza, non vi dimenticate della “speculazione” che allarga ulteriormente il divario tra gli effettivi aumenti delle materie prime ed i prezzi finali.
Ad esempio, sui carburanti, il prezzo alla pompa quando il Brent quotava 70 dollari a New York era di 1,40€ al litro per la benzina verde.
Oggi veleggia intorno ai 100 dollari e ci attenderemmo ragionevolmente di vedere il prezzo al litro aggirarsi intorno ai 2 Euro. Ma non è così .Nel mondo reale il prezzo è arrivato ad oscillare tra i 2,30 ed i 2,40€ al litro. E questo è tutta conseguenza del fenomeno speculativo. Si è trovato un nuovo trend da cavalcare e lo si aggredisce fino a quando ciò sarà possibile.
Sono naturalmente i consumatori a pagare il prezzo più alto poiché non hanno alcun sistema per difendersi da questi attacchi. Dovrebbe crescere il valore nominale dei salari e stipendi oltre che delle pensioni, ma questo incalzerebbe ulteriormente la salita dei prezzi, perché le rivendicazioni salariali hanno sempre, nel lungo periodo, questa conseguenza sull’inflazione.
Per questo motivo si è sempre molto cauti, durante le accese fasi contrattuali dei rinnovi dei CCNL (Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro), tra parti sociali e Confindustria, a concedere aumenti salariali nominali non in linea con le attese inflattive riferite al triennio successivo.
Per l'economia, l'inflazione è un bene o un male?
Anche qui la risposta corretta sarebbe: “dipende”.
Ma da che cosa?
Dal fatto che sia la crescita dei prezzi che la loro improvvisa discesa (in alcuni casi anche a livelli antecedenti la crescita), non sono classificabili in uno schema dal cui esito si fa discendere una conclusione.
Nel primo caso, gli effetti saranno quelli di una percezione di impoverimento immediato. Nel secondo, e parleremo in questo caso di “deflazione”, il risultato non è, nel tempo, così immediato ma egualmente distruttivo. Vi spieghiamo il perché.
Se i prezzi scendono è a causa di una recessione o di una grave e profonda crisi di natura economica. Questa, fa discendere il fatturato delle aziende e contrae contestualmente il livello dei consumi.
La “domanda aggregata” su base nazionale scende e la prime conseguenza è la riduzione del costo del lavoro, ossia di una parte notevole dei costi fissi che gravano sulle imprese.
Tradotto in parole semplici: si impenna il tasso di disoccupazione e si incomincia a parlare di “perdita dei posti di lavoro”, con tutto ciò che ne consegue a livello sociale.
Capite bene che, se da una parte ci impoveriamo per il livello crescente dei prezzi ma continuiamo a ricevere un regolare stipendio, dall’altro pagheremo meno il pane ed il latte, ma sarà messa a rischio la prosecuzione del nostro rapporto di lavoro con l’azienda per la quale prestiamo servizio. Ed allora, qual è la situazione peggiore tra le due confrontate?
Non è questa la sede per introdurre ulteriori concetti come quello della “stagflazione” o della “reflazione” poiché richiederebbero un livello di conoscenze economiche decisamente più approfondito rispetto agli scopi di questi articoli. Però sappiate almeno che esistono “varianti” sempre più perverse dei due ceppi originali ed identificati di questo virus economico.
I consigli del Team Imparare a Investire
Eccoci giunti alla conclusione di questa nostra chiacchierata.
Vi abbiamo illustrato la “sintomatologia” della malattia che affligge l’economia reale. Vi abbiamo indicato alcuni effetti collaterali all’uso dei farmaci istituzionali. Ora vi indichiamo il percorso di riabilitazione per tornare presto in forma ed in salute.
Combattere un nemico invisibile si può. Le ricette sono due: investire sui mercati finanziari per accrescere il proprio capitale nel lungo termine (ed evitare che si svaluti) e differenziare le voci di spesa.
La prima soluzione è percorribile se si è disciplinati nel mantenere l’ottica giusta, che è quella del lungo periodo.
Per quanto riguarda la seconda soluzione, se la benzina vola, usate altri mezzi, anche pubblici, se è il caso. Il vantaggio di ricorrere ai servizi statali permette di contenere il prezzo dei biglietti che è comunque “calmierato” e non soggetto ad aumenti pretestuosi.
Lavorate, se vi è possibile, in “smart working” e, così facendo, i “costi legati al trasporto” crolleranno e voi risparmierete un sacco di denaro “nominale”.
Se non potete proprio farne a meno, tagliate da altri beni voluttuari come il caffè e la colazione mattutina al bar. Se vi recate al supermercato non stipate il carrello di generi inutili che avete scorto percorrendo le corsie in cerca di ciò che effettivamente vi occorreva.
Riducete gli abbonamenti a cinema, stadi, canali streaming.
Minimizzate l’acquisto di abbigliamento e di altri capi di vestiario che non siano strettamente necessari.
Limitate ad una sola settimana e non a due le vostre meritate vacanze.
Limitate gli spostamenti “per diletto” nel corso dell’anno. Albergatori e ristoratori non ne gioiranno, ma il vostro portafoglio si!
In definitiva, si tratta di riparametrare il proprio stile di vita in base alla situazione “contingente”. Non ci è richiesto uno sforzo sovrumano, ma semplicemente di usare, un pochino di più, quel prezioso “sale in zucca” che tanto piaceva citare ai nostri nonni! Siete chiamati sin da subito a mettervi alla prova su quanto suggerito poche righe fa.
P.S. L’inflazione in Italia veleggia intorno al 6/7 % secondo le rilevazioni di Febbraio 2022.
In bocca al lupo per il vostro percorso riabilitativo. Un sincero augurio da parte del Team!
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