Quando si investe in un fondo comune d’investimento, le scelte operative e gestionali vengono prese dalla figura del “gestore” il quale, supportato da un team di analisti, valuta come meglio dirigere il fondo.
L'importanza del ruolo del gestore
Il vantaggio principale di investire in un fondo è affidare le decisioni di gestione degli investimenti a un professionista. Per questo, i gestori di fondi svolgono un ruolo importante nel mondo degli investimenti, così da offrire agli investitori la giusta tranquillità, sapendo che i loro soldi sono nelle mani di un esperto.
Scopriamo insieme tutto quello che c’è da sapere di questo argomento tecnico molto interessante.
Che cos'è un fondo d'investimento?
Come tutti ben sapete, il fondo comune d’investimento è un Organismo Collettivo d’Investimento, secondo la definizione dell’Articolo 36 del T.U.F. (Testo Unico della Finanza) che ne disciplina in tutto il funzionamento.
Sono gestiti di fatto dalle SGR (Società di Gestione del Risparmio) in Italia, mentre all’estero le normative variano da Paese a Paese, anche se il denominatore comune è una scrupolosa e attenta gestione delle risorse fornite dai risparmiatori.
Le principali tipologie di fondi
Esistono sia fondi aperti che chiusi. Questo, a seconda del fatto che l’accesso sia libero in ogni momento oppure se la sottoscrizione sia consentita a determinate categorie di investitori o, in alternativa, solo per un determinato periodo di tempo, decorso il quale lo strumento non sarà più sottoscrivibile.
Infine, lo stesso articolo del T.U.F. fornisce una breve declaratoria delle tipologie di fondi ammessi in Italia:
- Obbligazionari
- Bilanciati
- Azionari
- Flessibili
- Monetari
In ultimo, sono stabiliti i criteri di vigilanza al quale i gestori di un fondo e le stesse S.G.R. sono sottoposti durante tutto l’arco vitale dello strumento gestito.
Quali sono i compiti del mandato ricevuto?
Entriamo ora sempre più nel dettaglio analizzando tutti i passi necessari alla costituzione di un Fondo.
Sarà l’SGR a decidere se un nuovo strumento verrà collocato sul mercato.
Presa la decisione, verrà definito un “perimetro di attività” (i più tecnici lo chiamano “recinto operativo”) all’interno del quale i gestori dovranno muoversi al meglio delle loro capacità.
Definiti questi due aspetti, dovranno essere selezionate le persone che fisicamente comporranno il Team di Gestione, suddivisi in analisti, gestori, traders e scalpers.
In seguito, dovrà essere selezionato il Parametro Oggettivo di Riferimento (tecnicamente il benchmark) con il quale verranno messi a confronto i risultati della gestione del Team.
Il resto che dovrà essere concordato è di natura assolutamente tecnica e non ne facciamo menzione per non distrarvi dai punti focali della lettura.
Quali sono le tecniche di gestione attiva e passiva?
Definiti gli aspetti normativi, rimangono da definire quelli tecnici.
Brevemente vi illustreremo la differenza tra i due principali metodi presi in considerazione: la gestione attiva e la gestione passiva.
La gestione attiva
La Gestione Attiva presuppone a monte un processo decisionale di selezione e scelta dei singoli strumenti da inserire all’interno della dotazione del Fondo. Ma non basta.
Scelti i titoli si dovrà decidere quale percentuale del fondo sarà considerata “core” (strategica) e quale no. Quella considerata “libera” può essere affidata ai traders e agli scalpers per massimizzarne la performance, mentre quella core non verrà quasi mai ricollocata, a meno di valutazioni di medio/lungo periodo del gestore.
Comprendete bene che la scelta dei titoli e la loro velocissima negoziazione sarà fondamentale per le performance del Fondo nel tempo. Proprio per questa ragione si definisce “gestione attiva”, perché è soggetta a decisioni discrezionali.
La gestione passiva
Per quanto riguarda la “gestione passiva”, invece, è tutta un’altra storia. L’unico aspetto determinante è la scelta di un benchmark predefinito, dopo di che i gestori non dovranno fare altro che “clonarne” (nella stessa identica misura percentuale) i contenuti e monitorarne attentamente l’evoluzione nel tempo.
In questo caso, non è concesso nessun grado di libertà ai gestori.
Come selezionare gli strumenti?
Questa fase, come approfondito poco fa, spetta solamente alla gestione attiva e richiede un accordo unanime tra le figure coinvolte nella gestione.
Tecnicamente, questa fase si chiama “stock picking” e può essere effettuata in due modalità diverse:
- Top Down: il processo decisionale prevede la selezione prima per macro aree geografiche e per singoli Paesi interessati, poi per comparti merceologici ed infine per singoli titoli
- Bottom-up: questo processo di selezione è esattamente l’opposto. Si sceglie il singolo titolo in base a forti convincimenti, maturati analizzando attentamente i bilanci e le prospettive di crescita prospettiche, ritenendo quasi marginali le condizioni economiche e settoriali.
Naturalmente, va da sé che i due modi di scegliere i protagonisti del nostro asset finanziario possono tranquillamente coesistere. Nessuno esclude l’altro.
In che modo scegliere il benchmark?
La selezione del benchmark è fondamentale per valutare l’andamento della gestione.
Infatti, il benchmark è un parametro incontrovertibile, spesso determinato da un complesso algoritmo di calcolo.
Deve essere “il faro” ispiratore della gestione e l’obiettivo da battere nel medio/lungo periodo ed è il parametro con il quale confrontarsi.
Come avete compreso è molto difficile ”da battere”, ma non impossibile.
I più bravi gestori, con anni ed anni di esperienza alle spalle, spesso riescono non solo ad eguagliare, ma addirittura a migliorare il track record del benchmark.
I risultati della gestione sono pubblicati giornalmente su quasi tutti i principali siti di finanza come Morningstar.
Le quotazioni pubblicate si riferiscono, in genere, al giorno precedente di scambi sui mercati di riferimento.
Come analizzare i risultati?
Si tratta di una fase molto delicata che spetta al Consiglio di Gestione del Fondo (CDG). Il CDG è composto sia dai gestori che dagli analisti.
Lo scopo delle riunioni periodiche è quello di valutare le performance del Fondo e suggerirne, all’occorrenza, le migliorie e le modifiche.
Questo sia a livello di componenti core che di componenti trading.
Una valutazione “puntuale” degli asset è necessaria per comprendere quali siano le aree in difficoltà e quali quelle da non andare a toccare.
Le domande da porsi sono quasi sempre:
- Le percentuali sono in linea con il mandato ricevuto dal C.D.A.?
- I Gestori si stanno muovendo correttamente all’interno del perimetro operativo assegnatogli oppure no?
- I risultati riflettono correttamente lo stile gestione affidato ai Gestori?
- Alcune posizioni debordano dai limiti del mandato?
- Si sono verificate pericolose concentrazioni per aree geografiche o settori determinati?
- Subiamo perdite o conseguiamo guadagni dal Trading? In quale misura?
- Chi sono i migliori ed i peggiori performers all’interno del nostro Team?
Queste sono tutte domande che devono trovare soddisfazione e per le quali il CDG è deputato.
I consigli del Team Imparare a Investire
La gestione di un Fondo è un’attività full time che richiede competenze ed abilità non usuali.
La selezione per entrare in questo mondo è molto dura.
Inoltre, sono richieste conoscenze tecniche e teoriche molto approfondite oltre che titoli di studio adeguati. Passione e dedizione sono i requisiti minimi richiesti per accedere alle selezioni individuali. Ottime capacità relazionali. Disponibilità a lasciare per brevi o lunghi periodi il proprio Paese di appartenenza. Sacrifici in termini di orari di lavoro.
La contropartita sarà costituita da un livello di soddisfazioni al di sopra della media.
Informazioni importanti sulla divulgazione
Le performance passate potrebbero non essere indicative rispetto ai risultati futuri. Diversi tipi di investimenti comportano vari gradi di rischio e non vi è alcuna garanzia che la performance futura di investimenti, strategie di investimento o prodotti specifici raccomandati in questo articolo, siano adatte per il proprio portafoglio o per la propria situazione individuale.
Vari fattori, tra cui le mutevoli condizioni di mercato e/o le leggi applicabili, potrebbe non essere più congruenti alle opinioni o alle posizioni attuali prese in questo contenuto. Inoltre, non si deve presumere che qualsiasi discussione o informazione contenuta in questo commento serva da ricevuta o in sostituzione di una consulenza di investimento personalizzata da parte di Niccolò Dominici. Ricordati di contattare Niccolò Dominici, nei vari canali di comunicazione che hanno reso disponibili in questo sito, nel caso tu voglia informazioni sui cambiamenti della tua situazione personale/finanziaria o circa gli obiettivi di investimento.