ABS: che cosa sono gli Asset Backed Securities ?

Gli ABS, letteralmente tradotti con “Asset Backed Securities”, sono dei titoli obbligazionari costituiti (emessi, oltre che immessi, sul mercato) da parte di una Società emittente (di solito di natura bancaria o finanziaria) allo scopo di “garantire” una precedente operazione di “cartolarizzazione

In cosa consiste la cartolarizzazione?

Vi spieghiamo ora, sinteticamente, in che cosa consiste un’operazione di “cartolarizzazione”. Con tale termine si indica una procedura finanziaria che permette di rendere uno strumento finanziario “non trasferibile” (es. un mutuo) in un altro invece pienamente “trasferibile”, con il vantaggio, essendo a questo punto in grado di passare di mano in mano, di diventare molto più negoziabile e quindi molto più liquido. Per il mercato, molto “più liquido” si traduce con “molto più adatto alla speculazione”.

Come funzionano gli ABS

Tecnicamente avviene questo procedimento. 

Una banca, ad esempio, che ha in portafoglio centinaia di mutui, o prestiti a lunga scadenza già erogati, decide di voler rientrare in possesso del capitale prestato, ricorrendo all’emissione di un ABS

L’ausilio degli SPV per farlo

Costituisce al suo interno una nuova entità, chiamata SPV (Special Purpose Vehicle), alla quale conferirà a titolo oneroso la totalità dei crediti che vanta nei confronti della clientela. L’SPV, a sua volta, acquista tali crediti ed emette un’obbligazione (o le obbligazioni) che le permetterà di poter acquistare i crediti dalla banca cedente

In linea di massima i soggetti che andranno ad acquistare le nuove obbligazioni (gli ABS) fanno parte del pubblico indistinto, di natura retail. È difficile che un investitore istituzionale, o di importanza pubblica, acquisti questa tipologia di strumenti relativamente rischiosi.

Quali possono essere i rischi di un ABS?

Va da sé che non necessariamente il contenuto di un’obbligazione sia costituito da titoli di dubbia o difficile solvibilità. 

Nei primi anni effettivamente avveniva questo, ossia le obbligazioni contenevano nascoste al loro interno una miriade di mutui o crediti difficilmente onorabili dalla clientela. 

Era un metodo per ripulire i bilanci da inefficienze e passività che avrebbero significativamente intaccato la credibilità delle banche e la loro immagine. 

Ora invece non è più così. Gli Asset Backed Securities di ultima emissione hanno solide prospettive reddituali. Significa che offrono interessanti flussi cedolari (dati dalla regolare periodicità dell’incasso delle rate dei mutui) ed una percentuale elevatissima di vedere restituito per intero il capitale, erogato molti anni prima ai mutuatari. 

Default degli ABS

Oggi la percentuale di default (fallimento “tecnico”) degli ABS si aggira intorno al 2% che è un valore molto basso, assolutamente in linea con il debito corporate in circolazione. 

Possiamo parlare, in termini relativistici, di titoli “sicuri” e non di titoli “tossici”. 

Da sette/otto anni a questa parte gli ABS sono stati sottoposti a “rating” dalle tre principali società del settore: Moody’s, Standard & Poors e Fitch, le quali hanno assegnato un punteggio, o una lettera, per identificare con precisione meticolosa l’esatto grado di rischio dell’obbligazione che è stata emessa e collocata presso il pubblico. 

Inoltre, da poco meno di tre anni, le società emittenti hanno, a loro volta, suddiviso in tre fasce di rischio i loro ABS in collocamento. 

  • “senior”
  • “mezzanine” 
  • “junior”.  

Sarà in quest’ordine che, in caso di problemi, le obbligazioni verranno rimborsate ai possessori

Perché si fa ricorso agli Asset Backed Securities?

La risposta al quesito è semplice. A volte, per far fronte ad operazioni straordinarie sul capitale, o in caso di risposta ad OPA ostili (offerte d’acquisto non concordate) o per semplice necessità di liquidità, si ha bisogno di ingenti somme che non si ha il tempo di reperire attraverso gli ordinari canali del credito.

Infine, vi dobbiamo informare sul fatto che da diversi anni è in voga l’utilizzo dei CDS “Credit Default Swaps” che non sono null’altro che strumenti derivati utilizzati per coprirsi dal rischio di insolvenza da parte dei creditori

Tecnicamente uno “Swap” (scambio) non fa nient’altro che “trasferire” il rischio da un soggetto all’altro. Vedetelo come un’assicurazione che un privato cittadino contrae con una compagnia che interverrà nel caso in cui si verificasse l’evento sfavorevole dedotto nella polizza. A risarcire il danno sarà la compagnia di assicurazione contro il versamento di un premio annuale in denaro.

Approfondimento del Team Imparare a Investire

Molti di voi ricorderanno che l’eccessivo ricorso (noi diremmo invece “l’eccessiva leggerezza” ) a tali emissioni fu la causa che determinò la famosa crisi dei “Subprime”!  

Lo scoppio della “bolla immobiliare” fu proprio innescato dall’enorme mole di debiti cartolarizzati, utilizzando anche strumenti molto più sofisticati (come per esempio le “Collateralized Debt Obbligation”) che amplificavano, dilatandolo, il rischio di insolvenza. 

Come? Andando a raggruppare decine di ABS sotto lo stesso “cappello” finanziario ed andando a domandare al mercato di sottoscrivere questi “titoli sintetici” sprovvisti ormai delle più banali garanzie creditizie

Naturalmente, vi ricorderete bene come andò a finire questa storia. I debiti “si avvitarono” attorno a loro stessi e ad un certo punto divennero insostenibili e scoppiò il finimondo sui mercati. Si stava affacciando nelle nostre vite la “Grande Recessione” del 2008.

Informazioni importanti sulla divulgazione

Le performance passate potrebbero non essere indicative rispetto ai risultati futuri. Diversi tipi di investimenti comportano vari gradi di rischio e non vi è alcuna garanzia che la performance futura di investimenti, strategie di investimento o prodotti specifici raccomandati in questo articolo, siano adatte per il proprio portafoglio o per la propria situazione individuale.

Vari fattori, tra cui le mutevoli condizioni di mercato e/o le leggi applicabili, potrebbe non essere più congruenti alle opinioni o alle posizioni attuali prese in questo contenuto. Inoltre, non si deve presumere che qualsiasi discussione o informazione contenuta in questo commento serva da ricevuta o in sostituzione di una consulenza di investimento personalizzata da parte di Niccolò Dominici. Ricordati di contattare Niccolò Dominici, nei vari canali di comunicazione che hanno reso disponibili in questo sito, nel caso tu voglia informazioni sui cambiamenti della tua situazione personale/finanziaria o circa gli obiettivi di investimento.

Lascia un commento