La cartolarizzazione dei crediti è un procedimento tecnico che ha fondamentalmente un solo scopo: quello di “trasformare” uno strumento finanziario già esistente, che gode di scarsa “liquidità” sul mercato, in un altro che lo contenga e che disponga di grande trasferibilità presso il pubblico.
Ma come avviene in realtà questo “gioco di prestigio” finanziario?
Affronteremo l’argomento trattando i seguenti punti:
- Come ottenerla
- Come funziona
- Classificazione dei debiti cartolarizzati
- Utilizzi nel mondo economico attuale
- Considerazioni finali
Come ottenere la cartolarizzazione dei crediti
Compresa la definizione di cartolarizzazione dei crediti, capiamo come ottenerla.
Il/I titolari dello strumento illiquido, ovvero uno strumento difficilmente trasferibile ad altri (generalmente posseduti da istituti di credito o da banche), si rivolgono ad una società terza cedendogli lo strumento che desiderano “convertire”.
L’ente cedente (che prende il nome di “Originator”) accondiscende alla “securitization” (cartolarizzazione) dello strumento attraverso un passaggio semplice e veloce: l’emissione di un titolo di natura obbligazionaria che verrà ceduto in piccole porzioni sul mercato.
Ricapitolando: ho un debito che non riesco ad esigere per mille motivi. Mi rivolgo ad una società la quale converte il mio debito (spacchettandolo) in una obbligazione polverizzata in centinaia di micro quote che il pubblico assorbirà senza difficoltà, data l’esigua cifra richiesta per acquistarlo.
Vi è tutto chiaro ora?
È doverosa una precisazione a questo punto. Oggetto del processo di cartolarizzazione possono essere non solo crediti di difficile o dubbia esigibilità, ma anche beni reali come immobili, rami d’azienda, strumenti derivati o altre tipologie di strumenti finanziari.
Come funziona il meccanismo di cartolarizzazione
Anche questo passaggio è facile e semplice da spiegare.
L’Originator cede i crediti ad una società chiamata “Special Purpose Vehicle” (SPV), la quale si occuperà di dividerli in parti di diverso ammontare e di diverso grado di rischio.
L’SPV, da questo momento in avanti, subentra integralmente nei diritti dell’Originator per ciò che riguarda il percepimento degli interessi maturati e soprattutto per quanto riguarda la restituzione del capitale alla scadenza prefissata dal nuovo titolo emesso e collocato. Pertanto, tutti i diritti di natura patrimoniale (ed i relativi rischi naturalmente) da questo momento saranno in capo all’SPV.
Questa operazione non avviene a titolo gratuito naturalmente. L’Originator a fronte, ad esempio, di un valore nominale dei crediti pari a 100, percepirà dall’SPV un prezzo di cessione pari ad 80, o meno. Questo delta rappresenta il “premio al rischio” che l’SPV si assume accollandosi i crediti “difficili”.
Nella pratica commerciale di questi ultimi 20 anni i crediti ceduti sono stati per oltre l’80% mutui ipotecari. La rimanente quota del 20% è costituita da derivati e, solo per meno dell’1%, da immobili o da altri strumenti finanziari.
Classificazione dei debiti cartolarizzati
I titoli di nuova emissione sono classificati in tre categorie a seconda della “rischiosità” implicita:
- Senior
- Mezzanine
- Equity.
La componente interessi presente all’interno dei tre è inversamente proporzionale al rischio. I più sicuri, i senior, godranno di interessi più bassi. I mezzanine si porranno a metà strada, mentre gli equity avranno interessi molto elevati in conseguenza del notevole rischio di insolvenza a cui si espongono i possessori dei titoli.
Analogo discorso per quanto concerne le scadenze dei titoli. Più vicina sarà la scadenza (e quindi il rimborso del titolo) più bassi saranno gli interessi. Più lontana la scadenza, più elevati gli interessi.
Si tratta quindi, in realtà, di un mix di combinazioni, rischio/scadenza, a determinare il valore nominale di ogni singola tranche. Proprio per questa ragione i titoli più blasonati godono anche di un “rating” (ossia di una sorta di “titolo di merito creditizio”) assegnato loro dalle maggiori società al mondo di rating.
In caso di default tecnico, i primi ad essere rimborsati (parzialmente) saranno i senior, poi i mezzanine ed infine gli equity.
Cartolarizzazione in obbligazioni ipotecarie,ABS, mutui
Attraverso un accurato processo metamorfico, nel mondo odierno esistono oltre 20 tipologie diverse di “cartolarizzazioni”, che assumono i contorni e le caratteristiche di precise finalità di natura finanziaria.
Le più note sono le “Obbligazioni ipotecarie” nate delle ceneri dei vecchi mutui difficilmente esigibili a causa dell’eccessiva “scioltezza” con la quale erano stati concessi.
Poi troviamo gli ABS di cui abbiamo già trattato in un articolo precedente. (clicca qui)
A seguire, le “Credit Loan Obligation (CLO)” che si caratterizzano per l’elevato livello dei tassi di interesse corrisposti alla clientela, ma parallelamente per l’elevato livello di rischio in termini di restituzione del capitale.
Qualcuno di voi conoscerà i CLO sotto la voce “Prestiti subordinati” poiché di essi si tratta, in effetti. Oggetto specifico dei CLO non sono crediti ma bensì prestiti, di ogni tipo e scadenza. Possono essere sia di natura commerciale che finanziaria. Anche questi ultimi sono divisi in categorie a seconda del grado di rischio assunto dall’SPV.
Troviamo, infine, i “Collateralized Mortgage Obligation”, del tutto simili ad obbligazioni garantite invece che dall’emittente e dalla sua solidità patrimoniale, da mutui ipotecari detenuti dagli emittenti stessi.
Particolare rilievo rivestono anche le “Collateralized Debt Obligation” che sono titoli a reddito fisso (ossia che garantiscono un flusso cedolare periodico prestabilito, sia come importo che come frequenza) garantiti a loro volta da altre obbligazioni, prestiti ed altri strumenti finanziari di facile liquidabilità e di elevato merito creditizio.
Per ultime, ma egualmente diffusissime, troviamo le “Mortgage Backed Securities”. Si tratta di obbligazioni derivate da operazioni di cartolarizzazione di prestiti ipotecari.
Per non annoiarvi omettiamo di entrare troppo nello specifico di questi strumenti, e nemmeno vi elenchiamo gli altri poiché si tratta, con piccoli ritocchi, di alterazioni o ibridazioni dei precedenti.
I consigli del Team Imparare a Investire
Tutto questo interessantissimo discorso affrontato non può farci tristemente ritornare alla mente i fatti del 2008 con tutte le sue ricadute visibili ancora oggi sui mercati finanziari.
La proliferazione di tutte questa forme di “ingegneria finanziaria” ha prodotto come risultato una conseguenza incredibile: il 60/70% dei cittadini non aveva assolutamente in mente che cosa si stava apprestando a sottoscrivere o, peggio ancora, che cosa aveva appena acquistato allo sportello bancario di fiducia! Un fenomeno diffuso su scala planetaria purtroppo. Questo non solo negli Stati Uniti, dove sono nate, ma in Europa, in Asia e nei Paesi Emergenti.
Non avere idea di che cosa si aveva in portafoglio costituiva una sicurezza per gli intenti truffaldini degli emittenti, e garantiva un’ampia platea di ignavi sottoscrittori allettati dagli elevati tassi di interesse promessi, non immaginando lontanamente quanto fosse elevato il rischio di non vedersi più restituire il capitale prestato.
Si arrivò al punto di generare strumenti di cartolarizzazione di titoli già cartolarizzati una o più volte! Stiamo parlando delle “Synthetic Collateralized Debt Obligation”, tristemente più note come “CDO” che di fatto determinarono l’apocalisse finanziaria della Lehman Brothers e di tutto il sistema malato di allora.
Oggi, tutto ciò è stato decisamente ridimensionato e controllato severamente dagli organismi di vigilanza nazionali e sovranazionali, ma il pericolo di trovarsi nuovamente in una situazione di pericolo, persiste.
Invitiamo pertanto tutti i nostri lettori ad essere molto cauti e prudenti nel cedere alle sirene di lusinghieri (e fuori mercato) tassi di interesse troppo elevati che chiunque voglia promettervi!
Affidatevi piuttosto alle varie forme di risparmio gestito che, a prescindere dalle scelte effettuate, costituiscono comunque sempre un paracadute da imprevisti ed imprevedibili scivoloni finanziari che sono sempre dietro l’angolo, con frequenze quasi cicliche.
L’avidità non paga.
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