Eurizon Azioni Paesi Emergenti: analisi del fondo e opinioni

L’Eurizon Azioni Paesi Emergenti, ISIN IT0001031928, è un fondo d’investimento gestito direttamente dalla società italiana Eurizon.

Per chi non conoscesse questo nome, si tratta della più grande, a livello dimensionale, Società di Gestione del Risparmio italiana, interamente detenuta dal Gruppo bancario IntesaSanpaolo.

Per darvi un’idea dell’elevato livello delle masse in gestione ci basiamo sui dati pubblicati nell’ultima relazione semestrale che ci parlano di oltre 392 miliardi di euro investiti presso i loro fondi e una presenza in oltre 24 Paesi nel Mondo.

Per completezza d’informazione vi informiamo anche del fatto che a Milano, sede della CapoGruppo, è presente pure una divisione che si occupa attivamente di un settore in forte espansione e si chiama Eurizon Real Asset S.G.R. molto efficiente nel segmento degli investimenti alternativi e nel private market.

Introduzione sul fondo

Facilmente intuibile dal nome del prodotto, Eurizon Azioni Paesi Emergenti, siamo qui in presenza di un azionario puro orientato su uno specifico segmento di mercato, quello dei Paesi Emergenti.

Nato l’11 luglio del 1994 e gestito da Paolo Monaco dal 25 aprile del 2008, ha una dimensione pari ad oltre 430 milioni di euro.

In questo caso, a colpire non è tanto la dimensione che rientra piuttosto nella fascia degli strumenti finanziari medio/piccoli, quanto piuttosto il fatto di avere una storicità di 28 anni alle spalle!

In una scala del rischio composta da sette valori, questo fondo si colloca alla posizione sei, e questo non ci stupisce. Del resto, il livello elevato di volatilità delle quote si riverbera per forza sulla variabilità giornaliera del valore stesso e quindi sarebbe irrealistico collocare a livelli inferiori un fondo con tali caratteristiche.

Il valore delle quote è espresso in euro, ma presenta all’interno diverse valute d’investimento e non è prevista alcuna forma di distribuzione di utili ai suoi sottoscrittori, né in forma di dividendi né in forma di cedole periodiche.

Fonte: Eurizon

In cosa investe l'Eurizon Azioni Paesi Emergenti

L’obiettivo apertamente dichiarato dal gestore è quello di ottenere un risultato superiore rispetto a quello del benchmark preso a riferimento.

Per ottenere tutto ciò le quattro grandi macroaree geografiche d’intervento sono l’America Latina, l’Europa Emergente, l’Africa e l’Asia.

L’unico paletto imposto dal Consiglio di Amministrazione del Fondo è un rigido controllo del rischio assunto, andando ad acquistare titoli non sempre conosciuti e di relativamente “piccole dimensioni”.

A tal proposito, settimanalmente è effettuata una dettagliata analisi dell’andamento del portafoglio per verificare che entrambi i parametri siano contenuti in un range considerato tollerabile o, comunque, in linea con i parametri di strumenti analoghi gestiti da altre SGR.

I criteri ESG sono tenuti in attenta considerazione e molti dei titoli presenti in asset rispettano questi requisiti di affidabilità e di sostenibilità nel tempo.

Non è specificato se i titoli debbano appartenere alla famiglia dei “value” piuttosto che a quella dei “growth”. Semplicemente è indicato un elevato livello di “gestione attiva” ed un’ampia rotazione settoriale dei titoli detenuti.

Specifiche Tecniche

I tre soliti indicatori che prendiamo in considerazione ai fini delle nostre analisi per l’Eurizon Azioni Paesi Emergenti sono il Beta, l’R Quadro ed il numero di stelle attribuite dalla società americana di rating, Morningstar.

Il Beta assume un valore pari a 0,90 e ci informa del fatto che il valore del fondo oscillerà meno che proporzionalmente rispetto all’indice in entrambe le direzioni del mercato.

L’R Quadro ha un punteggio di 92,75 e ci indica che l’indice della categoria spiega circa il 93% della variabilità della performance passata del fondo. Un livello troppo alto per chi dice di fare gestione attiva. In sostanza si va quasi a replicare l’indice, con variazioni minime.

Fonte: Quantalys

Il numero di stelle attribuite dalla società americana di rating, Morningstar, è pari a tre e si colloca quindi, essendo cinque il massimo, nella fascia media a livello qualitativo.

In questo caso siamo pienamente d’accordo con Morningstar, in quanto, come vedrete dopo, il fondo negli anni ha avuto difficoltà a stare dietro alle performance del benchmark di riferimento.

Fonte: Morningstar

Rendimento storico

Ovviamente in questo caso i dati sono per forza di cosa condizionati dalle notevoli variabili di carattere macroeconomico che si stanno manifestando contemporaneamente sui mercati in questi ultimi tre anni.

Pandemia prima e guerra dopo con in mezzo lo shock delle materie prime e del settore dell’energia accompagnato dal riaffacciarsi di un livello di inflazione elevato che non si vedeva da quarant’anni, hanno fatto il resto.

Normale attendersi una parte corta della curva con rendimenti sotto la parità ed una parte lunga con risultati decisamente più confortanti.

Fonte: Eurizon

Dal primo gennaio siamo sotto del 10% crica. Ad un anno del 10,47%. A tre anni si rivede il segno più con una performance del 12,14%.

A cinque anni siamo positivi del 7,15% e ad otto anni del 21%. Dato, quest’ultimo, che se riletto in chiave annuale ci porta ad un + 2,62% medio annuo di rendimento positivo. Certo non si tratta di percentuali in grado di farci sobbalzare dalla sedia come emozioni, ma trattandosi di scadenze distanti nel tempo e comunque “medie” non si può essere del tutto insoddisfatti delle performance di questo fondo d’investimento italiano.

Fonte: Eurizon

Costi e commissioni

Il livello delle commissioni di sottoscrizione iniziali è piuttosto elevato e decisamente nella media media per quanto riguarda i fondi azionari. La percentuale domandata è dell’1,50% che, come sempre, è scontabile o azzerabile da parte del Vostro Consulente Finanziario di fiducia. O almeno, questo è come ci comportiamo Noi con i Nostri Clienti.

Tenete conto che quanto detto non è altrettanto vero per i consulenti che lavorano nelle banche tradizioni, i quali non hanno molto margine di manovra con le commissioni d’ingresso per operare scontistiche.

Il livello delle spese correnti invece rientra in un range medio per quanto riguarda questa famiglia di fondi. È infatti pari all’1,90% di cui l’1,80% è da attribuire alla commissione annuale di gestione a carico del fondo.

Non sono presenti costi di uscita, di switch e neppure costi di distribuzione o di natura commerciale a carico dei sottoscrittori.

Si riaffaccia invece, spiacevolmente, la solita “commissione di performance” che i clienti così male digeriscono. Anche in questo caso la percentuale reclamata è del 20% riferito all’extra performance dello strumento rispetto al benchmark selezionato.

Fonte: Eurizon

Primi 3 titoli in portafoglio

  1. Al primo gradino del podio troviamo la Taiwan Semiconductor TWD con il 6.63% delle quote del fondo.

  2. Al secondo posto abbiamo la coreana Samsung Electronics con il 3,39% delle quote.

  3. Ultimo gradino occupato dalla cinese Tencent Holdings Limited con una percentuale del 3,11% delle quote.

    Tenete presente che i primi 10 titoli assommano al 28,33% delle masse totali e vi chiarisce l’informazione di una elevata presenza di titoli diversi, sia a livello geografico che di settore merceologico di appartenenza.

Fonte: Eurizon

Alternative

Ve ne proponiamo, come nostro costume, tre che riteniamo le più valide e le più confrontabili.

La prima è occupata dal Morgan Stanley Investment Funds Emerging Leaders Equity Fund Class A, ISIN LU0815263628. Espresso e valorizzato in euro, presenta un livello medio dei costi più levato rispetto all’Eurizon, ma le prestazioni nel medio periodo sono migliori potendo già contare, sulla scadenza dei tre anni, su una percentuale media positiva del 9,37%, del 7,31% sui cinque anni e del l’8,19% sugli otto anni.

La seconda proposta è data dall’East Capital Global Emerging Markets Sustainable A Eur, ISIN LU0212839673. In euro anche lui, ha costi in linea con il Morgan Stanley e prestazioni analoghe sulle scadenze lunghe ma migliori su quelle corte. Perde infatti, rispettivamente, dal primo di gennaio e ad un anno l’11,29% e il 12,18% .

L’ultima è data dall’ Allianz GEM Equity High Dividend – AT – EUR, ISIN LU0293313325. In euro ed accumulo dei proventi, ha costi in linea con i due precedenti ma performance migliori sulla parte corta della curva dei rendimenti, perdendo solamente il 9,10% dal primo gennaio e il 9,22% ad un anno e contrapponendo un + 6,02% medio annuo sulla scadenza dei tre anni. Quindi, nel complesso, si è saputo comportare meglio del fondo italiano su tutte le scadenze prese in considerazione per la nostra analisi.

Opinioni e conclusioni

Il Nostro pensiero è che questo strumento possa rivelarsi adatto a quella tipologia di clientela che non vanta di conseguire performance stellari, ma cha attribuisce maggiore importanza alla stabilità del valore quota. Quindi che privilegia un basso livello di volatilità barattato con prestazioni inferiori.

Quindi, in definitiva, il nostro giudizio è di mantenere in portafoglio questa soluzione se si è d’accordo con il nostro pensiero espresso poche righe sopra.

Diversamente le alternative presentate sono state in grado di fornire un ben diverso livello di risultati medi, su quasi tutte le scadenze. Detto ciò, la soluzione che prediligiamo è sempre quella di un ingresso “soft” su questi mercati facendo ricorso alla formula dei Piani di Accumulo e non degli investimenti “una tantum”. È davvero elevato il rischio di incorrere in un market timing sbagliato rimanendo impigliati ad un prezzo di carico che magari vi potrebbe tenere bloccati su quella scelta per diverso tempo.

Non ci sembra una soluzione percorribile quella di andare ad effettuare ulteriori acquisti nella speranza di abbassare il prezzo medio di carico delle quote nel caso in cui vi trovaste già ora in una situazione di perdita in linea di capitale. Meglio evitare di allargare il buco!

Informazioni importanti sulla divulgazione

Le performance passate potrebbero non essere indicative rispetto ai risultati futuri. Diversi tipi di investimenti comportano vari gradi di rischio e non vi è alcuna garanzia che la performance futura di investimenti, strategie di investimento o prodotti specifici raccomandati in questo articolo, siano adatte per il proprio portafoglio o per la propria situazione individuale.

Vari fattori, tra cui le mutevoli condizioni di mercato e/o le leggi applicabili, potrebbe non essere più congruenti alle opinioni o alle posizioni attuali prese in questo contenuto. Inoltre, non si deve presumere che qualsiasi discussione o informazione contenuta in questo commento serva da ricevuta o in sostituzione di una consulenza di investimento personalizzata da parte di Niccolò Dominici. Ricordati di contattare Niccolò Dominici, nei vari canali di comunicazione che hanno reso disponibili in questo sito, nel caso tu voglia informazioni sui cambiamenti della tua situazione personale/finanziaria o circa gli obiettivi di investimento.

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