Eurizon Azioni Italia: analisi del fondo e opinioni

L’Eurizon Azioni Italia classe R, ISIN IT0001021192, è un fondo comune d’investimento di diritto italiano il cui valore quota viene pubblicato giornalmente su quasi tutte le principali testate d’informazione finanziaria italiane e su molti siti online disponibili nel web.

La società che lo gestisce, Eurizon, rappresenta la più grande realtà italiana esistente nel panorama del risparmio gestito ed una tra le prime dieci a livello europeo per dimensione di offerta. Incastonata all’interno del Gruppo bancario facente capo ad Intesa Sanpaolo, gode di una certa autonomia decisionale conferitale allo scopo di conservare una certa indipendenza dalle decisioni prese a livello consolidato, per quanto concerne le varie politiche d’investimento utilizzate all’interno dei vari strumenti in gestione.

Amministra masse superiori ai 440 miliardi di euro ripartite su oltre 500 fondi. È presente, direttamente o attraverso società controllate, in oltre 24 Paesi nel Mondo.

Introduzione sul fondo

Come facile evincere dal nome dello stesso, stiamo analizzando un fondo azionario specializzato esclusivamente sul mercato italiano di Piazza Affari e rivolto alle società a media ed elevata capitalizzazione. Stiamo parlando per intenderci delle large & mid cap. Sono escluse, quindi, le società di piccole dimensioni o quelle facenti riferimento al tech market (ex AIM), seppur quotate. Questa peculiarità è ben evidenziata dal benchmark che i gestori dichiarano di seguire che per il 95% si riferisce all’indice FTSE Italia All-Share Capped e solo per il 5% all’indice Bloomberg Barclays Euro Treasury Bill (Buoni del tesoro in euro).

Il FTSE Italia All-Share è un indice azionario gestito da Borsa Italiana rappresentativo delle azioni di 220 società italiane. All’interno del paniere si trovano società molto importanti come Enel, Eni, Intesa San Paolo, Unicredit, Generali, Stellantis, Ferrari, Atlantia, F.lli Campari, Leonardo, Moncler ecc.

La gestione di tipo “attivo” è quella privilegiata e, dato il periodo di fortissima volatilità presente sui mercati, ci pare anche il modello più sensato da seguire a livello gestionale. Le masse in gestione superano i 480 milioni di euro e fanno di questo fondo uno strumento mediamente ampio come dimensioni.

L’Eurizon Azioni Italia ha visto la luce il 15 settembre del 1994 e dal primo di gennaio del 2003 è gestito direttamente da Francesco De Astis. Stiamo parlando quindi di uno strumento con un track record di quasi 30 anni alle sue spalle! Davvero tanto.

Non sono presenti vincoli ne limiti gestionali sui settori di appartenenza dei titoli selezionati. È prevista la possibilità di fare ricorso, in misura molto limitata peraltro, a strumenti di natura “derivata” allo scopo di effettuare operazioni di copertura. Su un asse del rischio composto da 7 valori, questo fondo si colloca al numero 6, ma è un aspetto normale per un fondo dotato di queste caratteristiche. L’indicatore di rischio è un parametro molto importante, lo si trova segnalato all’interno del KIID ed indica quanto è rischioso (e proporzionalmente profittevole) l’investimento

Fonte: Eurizon

In cosa investe l'Eurizon Azioni Italia

Alla luce delle considerazioni sopra esposte, l’Eurizon Azioni Italia potrebbe avere una grande volatilità e causare la perdita del capitale nel caso si fosse obbligati a disinvestire troppo presto o nel momento sbagliato. Ciò accade perché lo scopo principale di questo prodotto è la crescita economica e, ovviamente, il valore delle quote potrebbe risentire delle dinamiche di mercato a livello nazionale e/o internazionale.

Non essendoci una grande diversificazione a livello geografico il rischio aumenta. Consigliamo caldamente di andare ad analizzare il KIID prima di effettuare qualsiasi tipo di operazione con questo prodotto.

Ma, in estrema sintesi, conviene investire nel fondo Eurizon Azioni Italia Classe R? Dipende da tanti fattori, anzitutto da qual è la vostra propensione al rischio. Trattandosi di un fondo azionario, è da sottoscrivere solo in presenza di elevata propensione al rischio e, soprattutto, facendo un’adeguata diversificazione delle risorse fra più strumenti di investimento.

Per capire se questo strumento fa per voi, dovete chiedervi se convenga ancora investire in Italia: il nostro paese continua ad essere una delle economie di rilievo a livello internazionale (anche se non è tra le principali), nonostante le enormi difficoltà, dettate principalmente dall’elevata instabilità politica e continua ad offrire, soprattutto a chi vuole operare nel settore privato, delle ottime possibilità. Personalmente, preferiamo gli indici che effettuano una diversificazione anche su scala geografica, tuttavia, se la vostra fiducia nel nostro Paese rimane elevata, questo fondo potrebbe fornirvi un’ottima fonte di diversificazione.

Specifiche Tecniche

Come sempre, i tre indicatori da noi presi in considerazione sono il Beta, l’R Quadro e le Stelle Morningstar.

Il primo assume un valore pari a 0,91 e significa che il valore del fondo oscillerà meno che proporzionalmente rispetto all’indice in entrambe le direzioni.

 Il valore dell’R Quadro è di 97,37 ed indica che l’indice della categoria spiega il 98% della variabilità della performance passata del fondo. In sostanza la gestione attiva è ridotta all’osso.

Fonte: Quantalys

Il numero di stelle che la società di rating internazionale, Morningstar, ha attribuito a questo strumento è pari a 3 indicandoci quindi un prodotto medio a livello di qualità ed affidabilità.

Dobbiamo purtroppo farvi notare che quattro mesi fa, quando abbiamo per la prima volta analizzato questo strumento, il rating era superiore, ovvero rappresentato da 4 stelle Morningstar. Il motivo del declassamento lo scoprirete andando ad esaminare il punto successivo. Non si tratta di un motivo legato al livello delle performance ma ad una eccessiva concentrazione del portafoglio, vale a dire una scarsa diversificazione di titoli presenti all’interno dell’asset.

Fonte: Morningstar

Rendimento storico

Rispetto alle nostre rilevazioni precedenti il quadro appare decisamente più roseo alla luce dell’evoluzione subita dai mercati in questi ultimi quattro mesi.

La guerra russo-ucraina non è purtroppo terminata ma le tensioni internazionali sulle materie prime si sono decisamente ridimensionate.

I prezzi di tutto il comparto energy si sono calmierati verso il basso e così pure il costo dell’energia, del gas e del petrolio. Ciò ha innescato una risalita dei mercati alimentati da un’iniezione di fiducia che, a parer nostro, non appare del tutto ingiustificata. I P/E avevano davvero raggiunto picchi al ribasso interessanti, motivo per cui sono scattate immediatamente le ricoperture e si sono rivisti gli acquisti con la conseguente risalita degli indici.

Fonte: Eurizon

Ma veniamo ai dati.

Dal primo di gennaio la performance è positiva del 7,66%. Ad un anno torna ad essere negativa ma con una percentuale trascurabile, ossia con un – 4,66%. A tre anni vira di nuovo in positivo presentando un bel + 16,21%. Sui cinque anni è positivo con una percentuale del 18,70.  

Sulla scadenza più lunga, su quella degli otto anni, presenta un lusinghiero + 63,72% che, annualizzato, ci porta ad una performance media positiva, del 7,965% che risulta essere comunque superiore di circa 0,25875 punti percentuali rispetto al benchmark di riferimento. Non ci troviamo di fronte ad un “campione” del settore ma in ogni caso ad un buon strumento di risparmio!

Fonte: Eurizon

Costi e commissioni

Le spese iniziali ammontano all’1,50% e sono decisamente nella media di settore per questa categoria di fondi. Va da sé che si tratta di un valore azzerabile o scontabile da parte del Vostro Consulente Finanziario di fiducia. Almeno, noi ci comportiamo in questo modo con inostri clienti che ci hanno accordato la loro fiducia nel tempo.

Il livello delle spese correnti è dell’1,89% di cui l’1,80% riferibile alla commissione annuale di gestione a carico del fondo.

Non sono previsti costi di uscita, di switch, di natura commerciale o distributiva.

È, invece, presente una sgradevole “commissione di performance” nella misura del 20% dell’extra rendimento legata alle performance del fondo, come differenza tra l’incremento del valore delle quote e l’incremento del benchmark. 

In pratica, ottenere rendimenti migliori del parametro di riferimento costa di più ed il fondo in questione è in linea con l’andamento generale del mercato italiano riportato dall’analisi di Morningstar.

Fonte: Eurizon

Primi 3 titoli in portafoglio

Non è difficile fornirvi questa indicazione trattandosi esclusivamente di titoli presenti nel FTSEMIB.

  1.  Al primo posto troviamo il titolo dell’energia ENEL S.p.A. con l’8,86% delle quote, titolo leggermente ridimensionato rispetto alla precedente rilevazione (_0,15%).
  2. Al secondo troviamo il colosso del mondo finance Intesa SanPaolo con l’8,23% delle quote. Quest’ultimo invece ha subito una sovra esposizione rispetto a prima pari ad un + 0,58%.
  3. Mentre al gradino più basso del podio possiamo rinvenire il gemello di ENEL, la sorella maggiore, E.N.I. S.p.A. con il 7,79% delle quote. Anche quest’ultima ha subito una leggera crescita, pari al + 0,15% rispetto all’ultima rilevazione effettuata.

Immediatamente a seguire abbiamo Stellantis ed STMicroelectronics rispettivamente con il 6,47% ed il 4,87% delle quote. La prima in frazionale aumento e la seconda praticamente invariata (- 0,02%). Dopo di che rinveniamo nell’ordine Unicredit, un Future sull’indice FTSE 30, Generali Assicurazioni, CNH e per concludere Ferrari.

Come anticipato poche righe fa, il totale delle prime dieci posizioni assomma al 54,78% che è davvero tanto per un fondo di piccole dimensioni come questo (498,75 milioni). Il principio della diversificazione non è stato recepito dai gestori e la concentrazione del portafoglio non è mai un buon indice di performance ed è questo il motivo per cui Morningstar ha deciso di portare da 4 a 3 le sue stelle a livello di rating nel medio/lungo periodo.

Fonte: Eurizon

Opinioni e conclusioni

Il giudizio complessivo ha subito un miglioramento da parte nostra, rivalutazione dovuta al fatto che nonostante la scarsa diversificazione il fondo ha saputo in quattro casi su cinque essere migliore del benchmark di riferimento selezionato. 

Il fondo non va analizzato con frequenza troppo ravvicinata se avete un obiettivo di breve periodo e un profilo di rischio molto basso. Il mercato azionario non è proprio l’ideale per Voi. Lasciate perdere se avete orizzonti temporali diversi nella vostra mente.

La volatilità a Milano è di casa, come la nebbia, che rende meno lucida la vostra visione sulle scadenze lunghe, ossia su quelle corrette per uno strumento azionario puro come questo.

A livello di accesso a questo strumento il PAC è da sempre la soluzione che noi privilegiamo poiché l’errore legato al market timing di ingresso è sempre in agguato dietro l’angolo. Consigliamo una rata iniziale di medie dimensioni, pari ad almeno2/3.000 euro ed una rata ricorrente non inferiore ai 250 euro mensili. Ma soprattutto vi esortiamo ad essere assolutamente “disciplinati” con un meccanismo del genere.

Una percentuale compresa tra i 3 ed il 5% varrebbe la pena di essere dedicata a questa tipologia di strumento molto specifica, proprio alla luce della considerazione che il mercato azionario di casa appare a tutti abbastanza sottovalutato nonostante la risalita di questi ultimi quattro mesi.

Se già detenete il fondo non vendetelo ancora e lasciatelo correre almeno fino alla fine del 2024 quando saremo al culmine di questo ciclo economico e potrebbero rivedersi le vendite.

Non consigliamo di incrementare le posizioni in ottica di rimodulazione del prezzo di carico.

Tuttavia, se siete desiderosi di ottenere una consulenza più specifica e dedicata, non esitate a contattarci con il link che troverete in calce richiedendoci un’analisi gratuita del vostro portafoglio. Saremo lieti di inoltrarvela e di discuterla insieme a voi mediante una call via webex. Ci conosceremo di persona e sarà il primo passo per ottenere la vostra fiducia ed iniziare a collaborare insieme.

Non esitate a contattarci perché questo momento dei mercati va cavalcato e non semplicemente attraversato e vissuto!

Grazie

Il Team di “Imparare a investire”

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Le performance passate potrebbero non essere indicative rispetto ai risultati futuri. Diversi tipi di investimenti comportano vari gradi di rischio e non vi è alcuna garanzia che la performance futura di investimenti, strategie di investimento o prodotti specifici raccomandati in questo articolo, siano adatte per il proprio portafoglio o per la propria situazione individuale.

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