Morgan Stanley Global Opportunity: analisi del fondo e opinioni

Il Global Opportunity, ISIN LU0552385295, è un fondo comune d’investimento gestito da un team consolidato che ha a capo Kristian Heugh che da 21 anni si occupa, in Morgan Stanley, di gestione attiva.

La scelta delle singole posizioni è discrezionale e si basa su un approccio molto poco sfruttato nella stragrande maggioranza dei fondi d’investimento: si scelgono titoli “sottovalutati” sul mercato con ampie possibilità di sviluppo dell’attività principale, con elevati flussi di cassa e scarse posizioni debitorie.

Un ulteriore elemento distintivo deve essere il “vantaggio competitivo” dell’azienda all’interno del suo settore, sia a livello geografico che merceologico.

La storia di Morgan Stanley

Per molti di voi, il nome “Morgan Stanley” sarà già noto, ma per altri rappresenta solamente l’insieme di due cognomi uniti. E, in effetti, di questo si tratta.

Nel lontano 1935, a New York, due rispettabili uomini d’affari, Henry Morgan ed Harold Stanley, decisero di unire i loro sforzi per dar vita a quella che, quasi un secolo dopo, si sarebbe rivelata essere la quinta Banca d’Investimenti al mondo! Questo sia in termini di volume d’affari che di numero di persone impiegate quotidianamente (circa 60.000 in tutti i continenti).

Detto ciò, una cospicua parte dei proventi della Banca derivano dall’attività di gestione e collocamento di Fondi d’Investimento.

Quello che andremo ad analizzare oggi, rappresenta uno dei fondi più blasonati di Morgan Stanley e, forse, il fondo di punta della casa d’investimento nel settore azionari ad alto potenziale di crescita.

In cosa investe il Morgan Stanley Global Opportunity

Il fondo Morgan Stanley Global Opportunity è classificato, secondo gli standard mondiali universalmente accettati da tutti gli analisti, come “Azionario internazionale”. In particolare, al suo interno sono contenute azioni di società a larga capitalizzazione contrassegnate dalla sigla “Growth” che significa letteralmente “crescita”. Ma cosa vogliono dire queste due caratteristiche?

  • Società a larga capitalizzazione: il termine identifica tutta una serie di società che devono presentare livelli di capitalizzazione borsistica non inferiori ad un certo livello (elevato) per essere prese in considerazione dai gestori dei fondi e inserite all’interno del portafoglio titoli.
  • Growth: Questa caratteristica sta ad indicare il tipo di percorso di crescita che ci si attende: Growth sottintende un’elevata crescita del valore dell’azione, più che proporzionale rispetto agli utili netti effettivamente conseguiti. All’opposto, le si oppone la classificazione “Value” dalla quale ci si aspetta flussi reddituali (dividendi) stabili e crescenti, ma una inferiore rivalutazione positiva del titolo.

Il “Global Opportunity”, inoltre, privilegia società molto grandi con multipli di crescita elevati, sopra la media di settore.

Specifiche Tecniche

I nostri soliti tre indicatori di cui teniamo conto nel condurre le nostre analisi sono il Beta, l’R Quadro e d il numero di stelle attribuite da Morningstar.

Il Beta del Morgan Stanley Global Opportunity assume il valore di 1,05 e se il coefficiente Beta è maggiore di 1, il valore del fondo oscillerà più che proporzionalmente rispetto all’indice di riferimento in entrambe le direzioni. Da ciò si desume il livello della gestione attiva operata dal gestore americano.

Questo indicatore può essere assimilato ad un parametro per individuare la volatilità di uno strumento finanziario rispetto al suo benchmark. Un valore inferiore o prossimo a 1 significa che questa è inferiore/uguale rispetto al parametro oggettivo di riferimento, ed è una considerazione positiva dal nostro punto di vista.

L’R Quadro ha un valore di 0,71 e conferma ulteriormente quanto sopra esposto. Vale a dire che attraverso una sapiente selezione dei titoli inseriti in portafoglio, il benchmark è in grado di spiegare tramite il suo andamento, solo circa il 70% delle performance passate del fondo.

Il valore 100 vuole dire che tutte le performance future di un fondo saranno identiche a quelle del benchmark mentre un valore pari a 0 significa l’esatto opposto. Tecnicamente affermiamo che la correlazione tra fondo e benchmark è di tipo “diretto” ovvero, tende a seguire in modo ordinato le evoluzioni del parametro di riferimento selezionato.

Il numero di stelle Morningstar è pari a 3 e rientra nella media di settore. Il livello qualitativo di questo strumento è in linea con i suoi competitors.

Non brilla, ma allo stesso tempo non è affatto male. Il rapporto rischio rendimento pare suffragato dai risultati nel lungo periodo. Del resto, bisogna lasciare ad ogni strumento il tempo di esprimere a pieno tutte le sue potenzialità di crescita. Il tempo è sempre un potente alleato! Non dimenticatevelo mai questo.

Fonte: Morningstar

Rendimento storico

Le performance del blasonatissimo (ed in passato a pieno titolo) Morgan Stanley Global Opportunity  hanno, in questi ultimi 24 mesi, deluso leggermente le aspettative.

Nostre e dei risparmiatori sicuramente.

Da un gestore del calibro di Kristian Heugh, uno tra i migliori al mondo, ci si sarebbe aspettati un risultato diverso.

Detto ciò, ecco i numeri nello specifico.

Dal primo dell’anno siamo negativi del 30% circa. Ad 1 anno siamo ancora con l’asticella sotto la parità con una percentuale del 31,83. Ma già a tre anni si rivede il ritorno alla positività con un +2,82%. A 5 anni con un +38,80% ed a 8 anni con un +142,27% che, letto in chiave annuale, ci porta ad una performance media annua del 17,78% che rappresenta un risultato tutt’altro che disprezzabile nel lungo termine!

Un’ulteriore specifica tecnica la dobbiamo menzionare, e non tutti gli investitori ne sono a conoscenza.

Il Global Opportunity “classico” è ad accumulo dei proventi (niente cedole) e senza copertura dal rischio di cambio (oltre all’oscillazione delle azioni c’è anche quella delle valute all’interno), con il valore del fondo espresso in dollari americani.

L’ISIN che lo identifica è il seguente: LU0552385295.

Costi e commissioni

Un’ultima doverosa precisazione, prima di analizzare il livello dei costi e delle commissioni, è questa: i fondi possono ulteriormente essere suddivisi in una duplice classificazione: quelli che prevedono “costi di distribuzione” (i classici costi d’ingresso) e quelli che ne sono privi, ma con costi ricorrenti leggermente più alti. La differenza tra i due si aggira in una percentuale annua compresa tra lo 0,40 e lo 0,80%, quindi non parliamo di cifre “importanti”.

Ma a tutto questo esiste un “rovescio della medaglia”, che è questo.

Difficilmente (quasi mai a dire il vero) un fondo che presenta costi ricorrenti annui più alti sarà falcidiato dalle conosciute “spese di sottoscrizione”, note anche come “commissioni d’ingresso”, per cui alla fine i maggiori costi ricorrenti saranno compensati dalle inesistenti spese iniziali. 

In questo caso, il Global Opportunity Fund è stato selezionato senza i costi ricorrenti più alti, ma con commissioni di sottoscrizione che possono arrivare fino allo 5,75% una tantum.

Per entrambe le categorie, invece, deve essere conteggiata quella voce nota come “Spese Correnti” pari all’1,84% che si colloca a metà del guado nel panorama degli azionari internazionali, ossia non è ad un livello basso, ma nemmeno elevato.

Primi 3 titoli in portafoglio

  1. Sul più alto gradino del podio troviamo la famosa Uber Technologies Inc. con l’8,61% delle quote. Uber è un’azienda con sede a San Francisco che fornisce un servizio di trasporto automobilistico privato attraverso un’applicazione mobile che mette in collegamento diretto passeggeri e autisti. Insieme a AirBnb è considerato uno dei maggiori rappresentanti della cosiddetta economia collaborativa. Quotata al Mercato NASDAQ ha avuto alterne vicende ed ora quota attorno ai 27 dollari per azione dopo aver toccato i 61 a poco più di un anno dallo scoppio della pandemia, esattamente nel febbraio del 2021.

  2. Il secondo posto è occupato dall’azienda informatica californiana ServiceNow Inc. con il 7,40% delle quote. Si tratta di una società di software con sede a Santa Clara, che sviluppa una piattaforma di cloud computing per aiutare le aziende a gestire i flussi di lavoro digitali per le operazioni aziendali. 

  3. Ultimo gradino del podio il gestore lo riserva alla società HDFC Bank Ltd. con il 7,18% delle quote. In questo caso stiamo parlando di una società indiana di servizi bancari e finanziari con sede a Mumbai. È la più grande banca del settore privato dell’India per asset e la decima banca del mondo per capitalizzazione di mercato ad aprile 2021.

    A seguire, nell’ordine decrescente di presenza all’interno del portafoglio, troviamo DSV A/S, MercadoLibre Inc., Coupang Inc., The Disney Company, Amazon.com Inc., ICICI Bank Ltd. ed Adobe Inc. In totale le prime dieci posizioni occupano il 55,42% delle masse disponibili di questo fondo.

Opinioni e conclusioni

La caratteristica principale che si evince dai dati sopra esposti è che tale strumento di risparmio sia gestito in modo molto “particolare” da Kristian Heugh e deve essere inserito all’interno di un asset di portafoglio personale che abbia il suo corretto arco temporale di riferimento. Consigliamo la permanenza tra i sottoscrittori per non meno di 5/10 anni se si vogliono cogliere tutte le reali opportunità offerte da un ciclo economico intero. Periodi di permanenza inferiori potrebbero mettere a serio rischio le vostre strategie “long” di investimento all’interno dei vostri portafogli personali.

Ne esaltiamo l’accesso attraverso lo strumento dei piani di accumulo che ben si sposa con un livello di volatilità sopra la media. Intercettarla pienamente significa acquistare un numero di quote crescente in presenza di prezzi decrescenti. Tanto fieno in cascina quando i mercati sono in fase di correzione! Il tutto vale anche nel caso contrario naturalmente. L’ingresso attraverso operazioni “spot” ci fa inciampare inevitabilmente nell’errore di “market timing” sbagliato; perciò, ne sconsigliamo l’utilizzo come strategia dominante.

Per chi già possiede il titolo consigliamo caldamente di non venderlo raggiunto il pareggio operativo poiché il ciclo, quando ripartirà, sarà ancora più poderoso del precedente e rimanere alla finestra sarebbe un errore imperdonabile, da dilettanti.

Detto ciò, il nostro giudizio di sintesi è contrastato da opinioni che vanno in direzioni opposte. Se da un lato la tentazione, visti i risultati nel medio/lungo termine, ci porterebbe ad emettere un giudizio di “promozione” condizionata, dall’altra gli errori commessi sono andati inevitabilmente a minare la nostra fiducia nei riguardi del gestore che ha deluso ampiamente le nostre aspettative!

Lo strumento che, ve lo ricordiamo, non deve essere presente in una misura troppo ampia delle vostre risorse disponibili, è valido ma sottoposto ad un’attenta valutazione “sub iudice” prima di ottenere da parte Nostra un giudizio di promozione a pieni voti.

Vi esortiamo, in ogni caso, a sottoporre alla Nostra visione i Vostri portafogli personali per ottenere gratuitamente un consulto mirato ad ottimizzare le Vostre scelte di risparmio.

E, chi lo può dire, magari, con il tempo, a diventare Nostri Clienti diretti che seguiremo con passione e dedizione come stiamo già facendo per molti altri che vi hanno preceduti in questo cammino da fare insieme!

Sfruttate questa ottima opportunità!

Il Team di Imparare a Investire 

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